giovedì 12 febbraio 2009

farfalle

miei carissimi sostenitori!
oh quante volte siamo alla ricerca delle parole ad effetto, che però effetto non sortiscono affatto, e sinistramente assomigliano più ad attentati all'altrui pazienza che a folgoranti spruzzi di genuina genialità!
e perciò io vi risolleverò da questa brutalità, un po' come battiato risolleva la matta interlocutrice dalle paure e dalle ipocondrie...
e allora? che ne è di noi? dove siam finiti? che è successo mentre io non scrivevo?
alcuni impegnati con il lavoro, molti nella ricerca dello stesso, pochi fortunati con nuove esperienze tutte da raccontare, ma...non se ne trova mai il tempo!
io invece di tempo ne avrei in abbondanza, vero?
è vero.
io sono felice di potervi scrivere, di poter decidere non preventivamente ma così, un po' a caso, di cosa parlare e quando farlo.
il sole sta spuntando anche qui, nonostante i giorni di pioggia. e se è vero che è inverno, la primavera arriverà anche per me. e mi troverà più felice di adesso, più sorridente e perchè no...più simile alle farlalle cui ognuno vorrebbe assomigliare...
le farfalle han vita breve però, han dovuto passare attraverso un processo di cambiamento costantemente ignoto e in città non sopravvivono: han rinunciato da tempo a viverci.
potremo invece scegliere di che colore dipingere la nostra vita, di giorno in giorno...e di giorno in giorno rinascere, volare, posarci sul nostro fiore e volare via.
di nuovo...infinitamente, nel tempo e nello spazio.

venerdì 6 febbraio 2009

racconti di anton cechov

sono ancora sotto le suggestioni dei "racconti" di anton cechov...
qualcosa che individua un malessere senza tempo, se è vero che di tempo ne è trascorso dal secolo scorso...e intanto si sente l'odore della pioggia, la fresca aria autunnale...e il cielo è plumbeo...serenamente, tutto è come è sempre stato...
"[...] non c'è muraglia che non si possa sfondare, ma gli eroi del romanzo contemporaneo, per quanto io li conosco, sono troppo timidi, fiacchi, indolenti e diffidenti, e troppo presto si rassegnano al pensiero di essere degli sfortunati, di essere stati ingannati dalla loro stessa vita personale; invece di lottare, criticano soltanto, chiamando volgare il mondo e dimenticando che la loro stessa critica a poco a poco diventa una volgarità." (a. cechov)